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La verità sulla droga: anche la città di Trieste raggiunta con un mare di opuscoli per dire no alla droga.

Iniziativa di prevenzione alla droga realizzata in occasione della regata più grande del mondo.

Trieste: nei giorni scorsi, incoraggiati dall’accoglienza dei cittadini e delle migliaia di persone appassionate del mondo della vela, i volontari di Fondazione per un Mondo Libero si sono impegnati nella loro attività di informazione e prevenzione all’uso di droga.

L’iniziativa ha avuto luogo con una distribuzione dei libretti “La verità sulla droga”,  tra le vie del bellissimo centro triestino animato dalla migliaia di persone giunte veramente da ogni angolo del mondo per godere dell’importantissima manifestazione sportiva: la storica regata “Barcolana”.

Grande soddisfazione dei volontari, che hanno consegnato mano su mano oltre 2400 opuscoli al “mare” di persone che passeggiavano  tra le vie della città e sul meraviglioso porto di Trieste, condividendo pensieri e osservazioni sul soggetto, così controverso e poco chiaro.

La “cultura” attuale sta portando molti dei nostri ragazzi a supporre che il consumo di droga sia qualcosa di “tollerabile”. Con l’avvento della cosiddetta “cannabis legale”, sta creando un numero sempre crescente di giovani che fanno uso di sostanze con lo scopo di rilassarsi o divertirsi in gruppo. Non ci si diverte più se non si è “sballati” da alcol e fumo, quando va bene. Non è raro incontrare ragazzini e ragazzine di 12/13 anni con in mano l’innocente bottiglia di bibita analcolica che nasconde il mix di vodka acquistata nel supermercato dall’amichetto maggiorenne per aggirare il divieto.

Dallo sballo con un mix di cannabis e alcol, alla cocaina o eroina, il passo è breve.

Chi sottovaluta questa realtà sempre più diffusa nelle nostre città e quartieri, ha deciso di bendarsi gli occhi e far finta di non vedere, pensando che “a mio figlio non succederà mai perché lo controllo io e so con chi esce”… per poi trovarselo al pronto soccorso ricoverato per coma etilico o, ancora peggio, tra le lamiere dell’auto accartocciata sul palo. Naturalmente queste sono cose che succedono sempre ai figli degli altri, quindi, come dicono in troppi: “grazie a Dio, il problema droga a me personalmente, non mi tocca”.

Come potremmo definire un atteggiamento di questo tipo? Cecità? Menefreghismo? Irresponsabilità? Personalmente la vedrei come complicità e omertà davanti ad una piaga che interessa tutti indistintamente.

La società troverà sempre nei volontari di Fondazione per un Mondo Libero dalla Droga degli acerrimi nemici della droga, concordando con le parole del filosofo L. Ron Hubbard, che definiva da droga come “l’elemento più distruttivo presente nella nostra cultura attuale”. La vita libera dalla droga è un primo importante passo nel raggiungimento di una società migliore. È un dovere morale di tutti impegnarsi attivamente e non solo con meri principi enunciati in pubblico, per eliminarla dalla società.

Info: www.diconoalladroga.it

 

 

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