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Faces Art Revolution: una startup irrompe nel mondo dell’Arte Contemporanea

Giuseppe Piro si occupa di Comunicazione, marketing e progetti web. Gestisce una struttura che si occupa di Storytelling aziendale. Allo stesso tempo si occupa da tanti anni di Arte Contemporanea e ha da poco lanciato un ambizioso progetto: Faces Art Revolution. La nostra redazione lo ha intervistato per saperne di più.

Giuseppe, ci puoi riassumere in poche righe il tuo progetto?

Faces Art Revolution si pone l’obiettivo di realizzare e disperdere migliaia di ritratti, realizzati da me, in tutto il mondo. L’obiettivo è di disperderne, in un anno, almeno 10.000 realizzando la più grande installazione artistica dispersa in tutto il mondo. Il progetto vuole anche essere un media artistico che può modellarsi su progetti autonomi coinvolgendo altri artisti e farsi promotore di campagne sociali.

Dove saranno dispersi i ritratti?

Mi piace immaginare questo progetto come una startup. Mi piace l’idea di irrompere nella scena dell’arte contemporanea con qualcosa che non esiste e con un progetto mediatico che rompa i canoni dell’autoreferenzialità di questo settore. Voglio realizzare la più grande installazione artistica dispersa nel mondo stando fuori dal “sistema” autoreferenziale dell’arte contemporanea. Il cuore della parte espositiva voglio che siano proprio le startup italiane e gli spazi di coworking, ma anche aziende o magazzini che vorranno magari allestire su una parete una installazione gigantesca. E poi anche nelle città, nelle strade, come abbiamo recentemente fatto nel centro di Padova in occasione della Fiera Espositiva ArtePadova.

Come sono realizzati i ritratti del progetto?

Sono tutti ritratti astratti realizzati con carboncino e acquerello ma anche con tantissime altre tecniche miste. Il progetto, essendo una startup, si potrebbe evolvere nei numeri, nei materiali, nei luoghi di dispersione.

Come utilizzerete il web per diffondere il progetto?

Il progetto va controcorrente: in pratica è un social network fatto di 10.000 ritratti reali. Quando oggi la digitalizzazione ha permeato tutto noi vogliamo riscoprire il piacere di avere in mano l’opera. Questo non vuol dire che i ritratti non saranno poi amplificati con l’utilizzo del web, dei social network e di tutti i mezzi che ci permetteranno di diffondere il progetto. Tutti i ritratti che saranno esposti nelle case, nelle sedi delle startup e delle aziende saranno poi fotografati, filmati e messi online.

Come hanno reagito gli addetti ai lavori del settore?

Con totale indifferenza ma me lo aspettavo. Ad esempio a Padova, in occasione di una delle fiere espositive più importanti per l’Arte Contemporanea, ArtePadova, abbiamo realizzato una performance nel centro della città disperdendo centinaia di ritratti. Il Gazzettino ci ha dedicato un bellissimo articolo e siamo riusciti forse, un pochino, a prenderci la scena in chiusura della Fiera. Ho contattato ArteFiera per proporre di raccontare l’anno prossimo, nella loro fiera, la nostra avventura ma nessuna risposta. Pensavo potesse essere interessante, per i giovani artisti, capire come avevamo portato avanti il nostro progetto.

Il settore è molto chiuso e vede con diffidenza tutto quello che reputa estraneo ma la cosa divertente è proprio questa; realizzare un progetto in totale autonomia, non dovendo rendere conto a nessuno, è davvero fantastico. Faremo delle cose incredibili, ci potete contare!

E potete contare sul fatto che la nostra redazione seguirà il cammino di Faces Art Revolution e le avventure mediatiche dell’autore del progetto Giuseppe Piro.

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