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I dispositivi di pronto soccorso 01

I dispositivi medici di pronto soccorso sono un argomento specifico nel senso che gli addetti ai lavori ne possono comprendere appieno le funzionalità e le caratteristiche, ma che, sperando di no, potrebbero riguardare ognuno di noi.

Data la loro relativa diffusione ed il fatto che sono utilizzati nei momenti più concitati del primo soccorso in caso di incidente, non sono sempre studiati per fornire il maggiore confort per infortunati e personale medico, essendo studiati principalmente per lo scopo a cui sono destinati.

Per rendere chiaro questo ragionamento prendiamo ad esempio l’immobilizzatore cervicale, che viene posizionato sulla barella di primo soccorso per immobilizzare il capo ed il collo.

Gli attuali sistemi sono efficaci per tenere ferma la testa del paziente, ma non si è pensato al fatto che rende praticamente inaccessibile questa parte del corpo durante il trasporto verso il pronto soccorso e quindi ad esempio non è possibile proteggerlo dall’eccesso di rumore, proveniente ad esempio dal rotore di un elicottero.I dispositivi medici di pronto soccorso

Entriamo quindi in argomento, parlando proprio dell’immobilizzatore cervicale.

I modelli attuali sono costituiti da due paratie che sono posizionate ai lati della testa e fissati alla barella.

La loro rimozione comporta lo spostamento e lo scuotimento della testa e del collo.

Nel caso si necessario intervenire sulla testa traumatizzata tali paratie impediscono qualsiasi operatività durante il trasporto.

Abbiamo quindi un dispositivo che svolge adeguatamente la funzione di immobilizzazione e per questo è stato pensato, ma limita l’intervento del personale medico e non è confortevole per il paziente.

Il fermacapo cervicale progettato e realizzato dalla SIMED, da personale impegnato quotidianamente nelle attività di pronto soccorso, introduce le seguenti innovazioni:

1 facilmente fissabile e rimovibile dalla barella, mediante attacchi rapidi che non hanno alcun contatto con il paziente

2 possibilità di bloccare capo e collo, lasciando completamente il capo, per eventuali interventi o per l’applicazione di cuffie insonorizzanti o dispositivi otoprotettivi

3 regolabilità assoluta rispetto alla morfologia del paziente

4 bloccaggio e sbloccaggio del capo senza nessuno spostamento dello stesso e della zona cervicale, nessuna rotazione anche minima, per posizionare correttamente il dispositivo

5 infine la facile recuperabilità, da parte del personale di soccorso che spesso deve acquisire i dispositivi “persi” nei pronto soccorso.

Sembrano caratteristiche semplici e scontate, ma che non sono presenti nei sistemi attuali.

I blocca testa attualmente in uso svolgo appieno la loro funzione, ma non sono stati progettati tenendo conto delle eventuali altre esigenze che il paziente ed il personale medico possono avere durante l’intervento ed il trasporto e spesso sulla testa e sul collo è necessario intervenire anche dopo l’immobilizzazione.

Un aspetto fondamentale che gli addetti al primo soccorso conoscono perfettamente secondo il quale intervengono riguarda la tempestività delle operazioni da effettuare, ma contemporaneamente l’esigenza che gli interventi non vadano in alcun modo ad aggravare la situazione traumatica esistente.

Una manovra condotta in modo errato piuttosto che un movimento incontrollato, può aggravare una situazione o generarne una nuova e pericolosa.

Ottenere l’assoluta immobilizzazione del capo e della zona cervicale, senza dover sottoporre il paziente ad inutili movimenti è quindi più che positivo e la possibilità di liberare la stessa zona senza traumi, una volta raggiunto il pronto soccorso, è altrettanto importante.

Il personale di primo intervento può valutare la situazione dell’infortunato esclusivamente mediante l’osservazione visiva e la disponibilità di strumenti che gli consentano di intervenire mettendo in sicurezza le zone infortunate, con la minore interazione possibile, è la migliore delle soluzioni.

Oltre all’immobilizzatore cervicale che migliora e può sostituire un dispositivo già esistente, la ditta Simed ha realizzato e marcato CE, con l’assistenza della C&C s.a.s., numerosi altri dispositivi, sia destinati ad essere collegati alla barella che totalmente indipendenti, che rappresentano in alcuni casi una novità assoluta.

Nelle fratture del bacino, uno degli aspetti più critici è il dolore che tale infortunio crea al paziente soprattutto in conseguenza dei movimenti inevitabili durante il trasporto.

Per ovviare sia a questo aspetto che per immobilizzare la zona lombo sacrale, la Simed ha realizzato un apposito immobilizzatore che contiene con una forza regolabile, la parte fratturata e la collega in modo solidale alla barella evitando così scuotimenti ed oscillazioni, che oltre a peggiorare la situazione creano molto dolore all’infortunato.

Un ragionamento analogo vale per il sistema di immobilizzazione di gambe e piedi, che senza comprimere le zone infortunate le immobilizzano e le fissano alla barella.

In questo caso vengono eliminate stecche e bendaggi, che oltre ad essere di difficile applicazione in situazioni disagiate, possono causare dolori localizzati.

Siti Internet :

www.marcaturace.net

www.dichiarazionediconformita.eu

www.project-support.it

www.sicurezzadeiprodotti.it

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