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Mascherine, mai più senza

Quello delle mascherine sta diventando un problema che rischia di restare senza soluzione. Tutti le cercano ma non si trovano; molti le vogliono fabbricare ma senza l’adeguata certificazione non si possono vendere; non si capisce chi le dovrebbe portare e quali siano i tipi più adatti a difenderci dall’infezione del coronavirus.

In TV si parla spesso di migliaia di pezzi che arrivano e subito spariscono, perché giustamente riservati agli operatori sanitari e alla protezione civile, impegnati in prima linea. Anche le farmacie le vendono come il pane, perché non basta averne una: le mascherine, soprattutto le mascherine chirurgiche sono “usa-e-getta” e in teoria ce ne vorrebbe una al giorno.

Chi le produce – non solo gli addetti del settore ma anche qualsiasi azienda dotata di una macchina da cucire e che produca tessuti di qualsiasi tipo – deve vedersela con la burocrazia, che ne rallenterebbe l’arrivo sul mercato.

Chi le deve autorizzare, d’altro canto, sottolinea che la certificazione ce non è un capriccio dello Stato, ma una garanzia di efficacia: che ce ne facciamo di mascherine che non trattengono le microparticelle? dicono gli esperti. Certo è che gli organismi autorizzati alla certificazione si contano sulle dita di una mano.

Dovremo abituarci: le mascherine faranno parte per un bel po’ del nostro abbigliamento quotidiano. Anche se non sembra ancora esserci una norma nazionale che ne regolamenti l’utilizzo, molte regioni italiane le hanno rese obbligatorie per circolare.

Vediamo qual è la situazione al riguardo nelle regioni più colpite. In Lombardia vige un obbligo generico di proteggersi naso e bocca con una mascherina – autorizzata o improvvisata – ma anche con sciarpe o foulard. Anche la Toscana renderà obbligatorio l’uso di questi dispositivi di protezione, ma solo quando verranno distribuite le famose 3 mascherine a testa di cui si parla in questi giorni.

L’altra regione più colpita, il Veneto, ha acquistato quasi 25 milioni di mascherine ma per il momento sono obbligatorie solo nei supermercati e nei mercati all’aperto. La provincia di Bolzano segue l’esempio della Lombardia, ma non prevede multe per chi trasgredisce.  In Valle d’Aosta, dove la distribuzione ai cittadini è già iniziata, e in Friuli Venezia Giulia per accedere nei negozi, oltre alle mascherine, bisogna avere anche i guanti.

Il Piemonte prevede l’obbligo solo per i commercianti: ai clienti solo raccomandazioni a proteggersi. La Liguria infine si sta organizzando per la distribuzione di mascherine ai cittadini ma non intende renderle obbligatorie.

In attesa di conoscere le decisioni adottate nel resto d’Italia, è bene continuare ad indossarle quando si esce. Per il momento, infatti, questi dispositivi sono la nostra arma più efficace contro il contagio.

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