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Raccolta differenziata, inizia a scuola la cultura del riciclo

Un gioco dell’oca su misura per memorizzare i giorni della raccolta differenziata nel proprio comune. Attività di riciclo creativo per riutilizzare in maniera originale i rifiuti più comuni nella nostra vita quotidiana. Corsi ad hoc per imparare a fare shopping senza produrre rifiuti.

Sono solo alcune delle attività che le regioni e i comuni sostengono con finanziamenti e iniziative per educare le giovani generazioni al rispetto dell’ambiente attraverso una gestione attenta della produzione dei rifiuti e uno smaltimento accurato di tutti i materiali riciclabili e riutilizzabili.

L’obiettivo di queste iniziative, numerose in tutto il territorio, è quello di cambiare almeno nei giovani – che sono il nostro futuro – il comportamento in fatto di smaltimento dei rifiuti, instillando in loro la consapevolezza che anche un gesto semplice, come differenziare l’immondizia prodotta in casa, può essere essenziale per la salvaguardia dell’ambiente. Un altro importante obiettivo è quello di far capire a bambini e ragazzi che i rifiuti sono una risorsa più che uno scarto: la raccolta differenziata diventa quindi un momento importante nella produzione di nuovi materiali da utilizzare.

La scuola svolge dunque un ruolo primario nell’educazione dei nostri ragazzi alla differenziazione e al corretto smaltimento dei rifiuti. Non sorprendetevi se i vostri figli ne sanno più di voi, e sono in grado di guidarvi su come e quando gettare cosa.

Imparare a gestire i rifiuti

I mezzi per informarsi ed imparare a gestire correttamente i rifiuti domestici non mancano però nemmeno per gli adulti. Tutte le aziende di nettezza urbana – sia nelle grandi città che nei piccoli comuni – hanno redatto e distribuito depliant, linee guida, calendari, che i cittadini possono richiedere e consultare. Si tratta di materiali tutti concepiti “for dummies”, praticamente a prova di idiota. Insomma, le scuse per non ottemperare alle norme sulla differenziazione dei rifiuti diventano sempre più scarse.

In nostro aiuto è ora arrivata anche una norma sulla cosiddetta “etichettatura ambientale per gli imballaggi”. Si tratta di una norma europea, recepita dalla legge italiana (il decreto legislativo n. 116 del 2020, per l’esattezza) che impone ai produttori di prodotti disponibili al consumo di riportare le modalità di smaltimento dei relativi imballaggi.

Quest’etichettatura ambientale è obbligatoria dallo scorso settembre: questo significa che, da adesso in poi, sul cartone del latte o sul pacco di pasta troveremo riportato il tipo di materiale e il contenitore in cui dovremo gettarlo via. Queste informazioni sono già presenti su molti prodotti, e per facilitare il rispetto della norma, saranno presto disponibili delle linee guida per l’etichettatura ambientale degli imballaggi, che dovrebbero rendere univoca la rappresentazione di questi dati sulle confezioni, facilitando la consultazione da parte dei consumatori.

Grazie all’ampia disponibilità di informazioni, e con il supporto delle nuove generazioni, sarà dunque impossibile mancare l’obiettivo di sostenibilità della produzione di rifiuti: basterà solo metterci un po’ d’impegno.

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